A partire della seconda metà del XIX secolo l’Europa viene scossa da profonde trasformazioni sociali, industriali ed economiche. L’industrializzazione galoppante del tardo ottocento inglese pone le basi per lo sviluppo di nuove tecniche di costruzione, la creazione di nuovi materiali e la produzione massificata, mutando per sempre il concetto di lavoro umano.
Molto presto però si afferma la consapevolezza che, nonostante il progresso tecnologico e le nuove possibilità industriali, le classi sociali meno abbienti restano ancora confinate in una condizione di subordinazione entro i limiti della povertà e delle restrizioni economiche e culturali.
In questo tipo di situazione nasce e prende piede una forte necessità di riformare in maniera rivoluzionaria e profonda tutte le sfere della vita sociale e delle attività umane, arte compresa, tant'è che nel 1888 a Londra si costituisce il movimento Arts & Crafts Society che si diffonderà poi sia nell’Europa continentale che negli Stati Uniti.
Alla base di questo movimento culturale ed artistico c'è la rivalutazione del lavoro artistico-artigianale: la lotta riformatrice è rivolta essenzialmente contro lo scadimento abbruttito del lavoro meccanizzato.
Tra i padri del movimento si ricordano John Ruskin, William Morris e Walter Crane.
John Ruskin, letterato e critico d’arte, condannava la meccanizzazione industriale dellavoro e i suoi aspetti mercantili ed esaltava invece l’esecuzione artigianale, ritenuta condizione necessaria e positiva per l’espressione di individualità nel lavoro e quindi come base per l’attività artistica. William Morris, pittore, decoratore e grafico, fu tra i primi a seguire nella pratica i dettami di Ruskin legando la propria attività artistica all’ideale di miglioramento del gusto, interpretandola come mezzo di riforma e considerandola lo strumento più diretto di penetrazione in tutti gli strati sociali.
Walter Crane, pittore, grafico ed illustratore, studioso dei lavori dei Preraffaelliti e delle arti decorative giapponesi fu anche direttore del movimento per un breve periodo.
La rivoluzione artistica Art & Crafts non avrebbe potuto esplodere senza aver prima abbandonato totalmente gli schemi e i dettami artistici dominanti alla fine del xix secolo. A tal proposito Ruskin affermava “Non passa giorno senza sentire che ai nostri architetti inglesi è stato chiesto di essere originali e di inventare un nuovo stile.”
Da questo nasce la trasformazione in quella che verrà descritta come una nuova idealizzata Gesamtkünstwerk -Arte Totale- intesa nella sua espressione di più diretto contatto con gli atti della vita, nella loro applicazione dentro la quotidianità , cioè nell'oggetto di artigianato.
Una rivoluzione artistica che affonda le sue radici nell'era medioevale corporativa e nella corrente pittorica inglese dei Preraffaelliti, diviene pratica concreta di realizzazione di architetture, arredi, tappeti, tessuti, mobili e monili; con un rapporto inscindibile tra prodotto e produttore, tra creazione e creatore che, nonostante sia caratterizzata dall' essere riprodotta serialmente in quanto standardizzata e codificata, pone le basi dei principi del design moderno, come produzione eterogenea, ariosa e assai più moderna dell'industria del tempo. Significativo l'appellativo con il quale gli stessi artisti aderenti all’ Art and Crafts si definivano ironicamente "operai d'arte".
I preraffaelliti
La corrente pittorica dei preraffaelliti, detta confraternita, è stata una scuola pittorica britannica di epoca vittoriana. Il termine “preraffaellita” fa riferimento a una tipologia di arte esistita prima di Raffaello Sanzio, pittore ritenuto colpevole di essere stato l’artefice dell’avvento dell’accademismo pittorico cioè di una tecnica espressiva adagiata sulle esigenze del potere costituito, votata all’imitazione degli antichi e spesso vuota di contenuti e messaggi. La nascita della corrente dei preraffaelliti che aborrano la pittura vittoriana e accademica in senso generale, a favore di un’arte più libera, capace di rifarsi ai temi fiabeschi, storici ma anche sociali ben si coniuga con l’adesione alla nuova concezione artistica coagulatasi intorno al movimento “Art and Craft” di Morris e soci. Dante Gabriel Rossetti (1828-1882) ne fu tra i maggiori esponenti e rappresentanti, collaborando per diverso tempo con lo stesso Morris.
Il ritorno al gotico Padre fondatore di tutto il pensiero che farà da pilastro delle nuove teorie artistiche dell’ “Art & Craft” è Augustus Pugin (1812-1852) architetto inglese tra i principali promotori dello stile neogotico. La sua opera maggiore è il palazzo di Westminster a Londra. Pugin, del quale Ruskin è seguace e studioso, sottolinea ed enfatizza lo stile gotico come unico stile capace di racchiudere i principi concettuali di purezza ed onestà; basato su un approccio artigianale di altissimo livello e grande perizia che possa attingere anche dai suggerimenti che la natura con le sue forme di bellezza insuperabile mette a disposizione. Il richiamo al gusto gotico, soprattutto nella sua accezione simbolica, realizzativa, morale ed organizzativa, venne assorbito dall’Art & Craft. Il contesto storico e sociale di sviluppo di queste nuove teorie artistiche, seppur variegate di nazione in nazione, influenzerà negli anni a cavallo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo il nuovo gusto dominante che non si rifarà più ad alcun stile del passato ma creerà una forma nuova nel presente e per il presente: l'Art Nouveau.
Bibliografia Liberty Art Nouveau -Giunti Editore - Lara Vinca Masini Art Nouveau - 24 ore cultura s.r.l - Matteo Fochessani Il mobile del ‘900 - De Agostini- Ornella Selvafolta Il liberty - F.lli Melita editori
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